La Dea dei talismani. pagina 1


Queste sono alcune pagine della parte iniziale del racconto.
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Gabriele: < Dove si va a cena questa sera? > 
Giancarlo, l'amico, ha un attimo di perplessità: < Saremo ospiti di Giulio Margotti. Lo conoscerai questa sera, anche lui vive a  Roma. Viviana, la moglie, una  nobile di Ferrara. Entrambi vicini ai cinquanta >, con la sinistra si liscia la barba, dà una aspirata  alla sigaretta, < Quando ti ho raggiunto a casa tua per partire insieme, ho accennato ad un qualcosa che poi  ti avrei comunicato in seguito…Dovrei incontrare tali persone a cena, in quanto domani sera ci sarebbe una mezza specie di meeting > 
Gabriele: < Non vedo il problema della tua titubanza > 
L'altro continua a fumare guardandosi attorno per eludere gli occhi che ha puntati addosso. Breve esitazione: < Vengo al dunque. Ma sei libero di accettare o meno. Quel meeting è una riunione particolare. Forse altre due persone le conosco, gli altri no, una  ventina in tutto. Almeno credo…Ha che fare con una specie di rito> 
Chi ha ascoltato il finale del discorso, è allibito. 
Giancarlo: < Gabriele, non mi guardare così! > 
Gabriele: < Massoneria, il sunto è questo…Non mi interessa ciò che fai, la nostra amicizia è basata su altri valori. Se tu impegnato a parlare a cena con quelle persone, andrò da un'altra parte > 
Giancarlo: <Sanno che saresti loro ospite, perciò a tavola nessun accenno di domani. E preciso che sono persone per bene, così pure gli altri…Comunque per discrezione, durante quelle riunioni tutti i presenti con il  volto celato. Si è anonimi > 
   Secondo me. Gli ha dato di volta il cervello. La sua è pura idiozia. (In questa formattazione di scrittura ssaranno annotate le proprie considerazioni che deduce Gabriele ).   
Le pareti ora sono a conoscenza di questo particolare. 
Giancarlo si alza dalla poltrona, apre la finestra e annusa l'aria,  flemmatico si gira verso di lui che è ancora seduto.
 Gabriele: < Ti rendi conto, una persona in vista come te che si va a impelagare. Ma se ti piacciono tanto questi generi di meeting, come li chiami tu, valli a fare all'estero per salvaguardare la faccia…Poi vorresti portare uno sconosciuto in mezzo a loro…Spiegami. Ti funziona la testa? I due tizi come si chiamano, Mar...Margotti. Costoro saprebbero senz'altro che mi avresti informato, ma rischiano non conoscendomi. Non sanno come la penso…Gli hai parlato di me e hai detto chi sono? > 
Giancarlo: < Tranquillo! Sanno che sei un mio carissimo amico ma non ho specificato nome e cognome. Potresti cambiare le tue generalità > 
Gabriele: < Il mio nome di battesimo, un comune Gabriele. Lasciamo perdere…Sulla  tua vita privata da parte mia nessuna accusa. Quindi cenerai da loro, così voi in piena libertà > 
Giancarlo: < Se non verrai, non andrò >
 Gabriele: < Il tuo è un ricatto >, il tono leggermente alterato. 
Giancarlo: < In effetti sono stato poco corretto. Ti avrei dovuto spiegare tutto a Roma...Rifletti bene. Non e' la prima volta che partecipo a questi incontri e mai è accaduto nulla. Per te sarebbe una esperienza nuova, l'atmosfera particolare che si crea fuori della normalità. Ma necessaria una mentalità che sappia accettare una determinata situazione. Però in me non c'è esaltazione > 
Gabriele: < Non devi giustificarti, la massoneria non mi interessa…O forse si tratta di ben altra cosa > 
Uno si guarda l'altro. In questo contesto c'è chi vuol essere  capito, e chi invece vuol interpretare il concetto. 
Gabriele: < Spiegati meglio. Se non si trattasse di massoneria cosa sarebbe?...Però ora che ci penso, tu traffichi con con quel genere di carte, i tarocchi e sei addentrato di occultismo. Per caso si tratterebbe di riunioni sataniche? >
 Non c'è risposta. 
  Ho colto nel segno e ciò  assurdo.  
Gabriele: < Posso asserire che sei un folle! > 
Chi lo sta accusando continua a fissarlo. E' la prima volta che quell'uomo fiero e grintoso, davanti all'amico ha abbassato gli occhi. 
Per Gabriele immediatamente diverse perplessità. Infrangere una amicizia di vecchia data è inadeguato. Alla fine, la dubbiosa arrendevolezza: < Ti accompagnerò.Per il momento, chiuso quel il discorso > 
Molti minuti silenziosi trascorrono. 
Ricreata una intesa apparente, uno dei due trova l'argomento adeguato per passare il tempo, fin quando non è ora di avviarsi a quella cena. 
Utilizzata la vettura di Giancarlo che conosce perfettamente l'itinerario. 
La distanza da dove sono, un paio di chilometri prima di Gubbio. 
La strada non illuminata, si procede con cautela. 
In quel muro in fondo la strada ci sono un paio di lampioni che lo illuminano e si vede un cancello. Un posto abbastanza solitario .
 Questo potrebbe essere il luogo del convegno di domani. Meglio non chiedere nulla,onde evitare di riprendere il discorso che ha portato al diverbio. 
Arrivati davanti all'ingresso, il conducente suona un colpo di clacson, brevi istanti, il cancello si apre. 
Il giardino ampio, la casa ben nascosta tra alberi e siepi, i viali due, uno conduce davanti casa. Neppure un cane che abbaia, silenzio assoluto, ma si intravedono poche le luci accese. 
Il proprietario è rimasto dietro la porta d'ingresso. I due ospiti usciti dall'abitacolo si dirigono verso il padrone di casa e l'attore fa le presentazioni. 
Fatti accomodare, uno si guarda intorno, Gabriele. Salone spazioso con mobilia di classe  in stile inglese. Bell'effetto di illuminazione, soft e calda, si denota buon gusto.
I due arrivati prendono posto sui divani, questo subito offre gli aperitivi in bicchieri moderni colorati. 
Il padrone di casa rivolge parola a Gabriele: < Giancarlo vagamente ha accennato che anche lei intenzionato a cercare un alloggio da queste parti. Se dovesse necessitare aiuto, sarei pronto a mettermi a sua disposizione. Qui c'è una quiete sorprendente. Quando riesco a lasciare gli impegni che ho a Roma, mi rifugio in questa casa. Mia moglie ci vive tutto l'anno >
 Gabriele afferrata al volo la cortesia che sta ricevendo: < Semplifichiamo le cose, entrambi siamo amici del qui presente, diamoci del tu. Riguardo all'idea che mi era balenata, per il momento soprassederò. Giancarlo magnanimo come è mi ha messo a disposizione le chiavi di casa sua > 
L'impatto si è creato. Il nuovo ospite ha notato pure che colui che ha di fronte è vestito inappuntabile, camicia e cardigan di filo di grande firma, perciò un raffinato. 
E c'è anche la  curiosità di conoscere la moglie. 
Quando fa l'apparizione Viviana, Giancarlo le va incontro. 
  Toh! L'uomo galante e c'era da aspettarselo. Una bella donna, sembra più giovane del marito.  
Anche costei presentata.  La donna sfoggia modi gioviali.  
Lei si fa seguire  in direzione della tavola apparecchiata, in fondo al salone. Da un arco in mattoni antichizzati si accede in un vano, non grande.Tavolo capiente per otto persone, con alle spalle un mobile basso in stile, di legno scuro lungo quanto tutta la parete. I candelabri sul tavolo, particolari e potrebbero sembrare oggetti di culto ortodosso.
Durante la cena il nuovo ospite, silenzioso e attento, segue tutti i discorsi. Poi si parla di spettacolo e Gabriele interviene, visto che ne è addentrato, ma non gli è rivolta  alcuna domanda che riguardi il privato.  
La serata prosegue con discorsi informali fino al commiato. 
I due amici prendono possesso dell'auto per far rientro.
Appena i varcano l'uscita del cancello. Gabriele: < Per cortesia, toglimi la curiosità. E' in quella casa che si svolgerà quella specie di incontro? > 
Giancarlo: < L'argomento non ti interessava più di tanto. E sono le prime parole che pronunci appena usciti > 
Gabriele: < L'ambiente si presta. C'è anche l'altro viale, che magari porterebbe tra quattro mura appartate…Viviana ha uno sguardo di ghiaccio. Decisamente unico, e può darsi, abbia fatto il patto con il diavolo. Quei candelabri sul tavolo da dove provengono? >
 Giancarlo: < Non ti sfugge nulla. Domani sera vieni con me, e vedrai > 
Gabriele: < Ah! Ti diverti a fare il misterioso... Come ci si vestirà? Non credo in jeans, né in smoking. Cappuccio e saio nero. Non è questa la tenuta? > 
Giancarlo: < Si nota in te  curiosità pazzesca. Segui il mio consiglio, così i tuoi occhi potrebbero osservare >
Gabriele: < Lo hai portato da Roma, il vestiario adatto? > 
Giancarlo: < Gabriele, non sfottere su queste cose. Potresti rimanerne affascinato, sei un artista anche tu, non lo dimenticare >  
L'autista, self control ineccepibile, è un attore nato. 
Gabriele: < Con lei che tipo di rapporto hai? Amicizia, o una storia? > 
Spontanea per Giancarlo la risata sonora: < Guarda, che di donne ne ho conosciute molte, ma non ci sono andato a letto con tutte. Si può anche imbastire un feeling, fatto di discorsi piacevoli. Ma null'altro…Dai  ammettilo. Viviana non ti ha lasciato indifferente, è una donna di classe > 
Gabriele: < Strano che non mi abbia chiesto nulla, se sposato e che lavoro volgo. Li hai istruiti a dovere...Il capo di quella combriccola sei tu ? Non mi stupirei > 
Giancarlo: < Non sono a capo di combriccole. Però c'è un qualcuno che non obbliga nessuno. Tu faresti da spettatore…So perfettamente che verrai > 
Gabriele: < E se portassi la macchina fotografica? >
 L'amico senza voltare il viso fa uno scatto con la testa: < Demordi da questa idea. Non pensi,  che ci potrebbero essere persone in vista > 
Gabriele: < Immaginavo che ci fossero…A un povero Cristo non gli balenerebbero per la mente certe situazioni. Avrebbe ben altro da pensare > 
C'è un breve silenzi,. solo rumore del rimbombo della vegetazione al ciglio della strada. Il finestrino del passeggero, metà aperto. 
Gabriele: < Verrò > 
Giancarlo: < Lo sapevo. Quella con gli occhi di ghiaccio ti  incuriosisce. E non dirmi che non ti sei accorto, i suoi occhi ti fissavano > 
  Lui troppo intelligente. Ha controllato tutto, nulla gli è sfuggito. 
Gabriele: < Confesso, è un bel tipo.  Ma lei per il momento è esclusa dalla mia curiosità…Se rifletti bene, proprio Viviana ha trascritto sull'agenda telefonica di casa i miei numeri telefonici quando il marito me li ha chiesti. Se dovessi interessare a lei, saprebbe dove cercarmi > 
Giancarlo: < In tal caso, tu mettermi al corrente delle evenienze, da buon amico > 
Gabriele: < Dei tuoi incontri con fanciulle varie, io sempre ignaro. Quando saremo alla pari, a quel punto ti informerò > 
La frase fa sorridere l'altro. 
Arrivati a destinazione. Considerato l'orario, ognuno accede nella propria stanza. 
Gabriele durante la notte non riposa tranquillo.
       Al mattino,  raggiungono il primo centro abitato per fare colazione. 
In una macelleria comperano della carne. In un negozio di alimentari tutto l'altro occorrente  per il pranzo. 
Alle quindici Giancarlo si assenta. Per poi far ritorno dopo tre ore. 
Argomento sera non è stato preso in considerazione per alcune ore. 
Gabriele: < A che ora è previsto quell'incontro? > 
L'attore non sorpreso da quella domanda: < Ventidue…Nel bagagliaio ho l'occorrente >
L'amico se lo guarda, ma non proferisce parole. 
Circa le diciannove, escono per andare di nuovo al centro abitato e  cercano un locale per cenare.
Sembra una intesa il non chiedersi. 
Giancarlo: < Domani mattina devo mettermi in viaggio, prima delle dieci. Se non avessi avuto impegni mi sarei fermato per farti compagnia. Tu avevi deciso di restare altri giorni e per qualsiasi cosa non farti scrupoli, telefona ai Margotti, ti lascio i numeri dei cellulari > 
Gabriele: < Addirittura due e presuppongo  uno sia di lei > 
Giancarlo: < Dovresti essere contento. Quando sono uscito, ero diretto da loro. Questa sera non sarà nella loro casa, dovremo seguirli in auto. Il posto non lo conosco >
Gabriele: < Mistero su mistero.  Ogni paesino umbro medioevale, adatto per convention…Loro cosa hanno detto, se avessi fatto da spettatore? > 
Giancarlo prima di rispondere, con aria sorniona se lo guarda: < Non sei il bellimbusto che fa da rompiscatole. I miei amici sono sempre ben accetti. E tu, uno di quelli. Speciale > 
Gabriele: < Grazie per la fiducia > 
Giancarlo: < Continua pure a sfottere  > 
  Meglio non calcare la mano a deriderlo.
 Scelgono una trattoria alla buona con cucina casareccia.  Scelti cibi non pesanti, mangiano con calma.
Dopo, per loro è il momento di andare all'appuntamento con i Margotti.
Quando si incontrano con  l'altra vettura, Giancarlo la segue  prestando attenzione al percorso. 
  Fino a due minuti fa mi sono orientato. Ma  adesso, tra curve e stradine non saprei quale il nord e sud. Considerando soprattutto il buio. 
L'altro continua a guidare impassibile.
 Non ho veduto l'abbigliamento degli altri due, purtroppo non siamo scesi dall'auto per salutarci. 
La stradina disconnessa si interrompe. Le ruote seguono un solco di terra che si prolunga, solo erba e sterpaglia, passaggi angusti tra alberi. 
Alla vista appare un recinto non in perfette condizioni, con il cancello spostato di lato e poggiato su l filo spinato. Prima di varcare la delimitazione, la vettura che li precede si ferma. Ed anche la loro due fanno altrettanto.
© paul manner

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